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Vostro, William

  • Immagine del redattore: ladonnainnero
    ladonnainnero
  • 22 set 2021
  • Tempo di lettura: 8 min

Cara Elena,

il vostro volto occupa i miei pensieri ogni giorno.

Perché non rispondete alle mie lettere?

Questa mattina sono andato a comprare il pane.

Voi cosa fate? Oltre a scrivere ovviamente, ho letto alcune vostre storie, mia sorella Emilia ogni volta che gliele inviate, entusiasta me le fa leggere: siete davvero brava!

Ora vi lascio, sperando che questa lettera arrivi a destinazione e di ricevere presto una vostra risposta.

𝓦𝓲𝓵𝓵𝓲𝓪𝓶


Cara Emilia,

qualche giorno fa mi è arrivata una lettera da vostro fratello in cui si complimentava per i miei scritti.

Per quanto ami scrivere preferirei che le storie che vi racconto rimangano tra di noi.

Nell'ultimo periodo ho il blocco dello scrittore, appena passerà e scriverò qualcosa, ve lo manderò.

Per favore, vi chiedo di non far più leggere le mie storie a vostro fratello.

Grazie e a presto.

𝓔𝓵𝓮𝓷𝓪


Cara Elena,

scusate se vi ho offesa facendo leggere le vostre storie a mio fratello, non accadrà più.

Volevo invitarvi un giorno a prendere il tè con me in terrazza.

Da qui si ha una vista meravigliosa, magari vi potrebbe ispirare.

Spero che il blocco dello scrittore vi passi presto, sento la mancanza delle vostre storie, sono malata e i vostri racconti mi tengono compagnia e mi mettono gioia.

Quando le leggo ho meno paura di morire.

La saluto, nella vostra lettera di risposta indicatemi quando verrete per bere un tè in mia compagnia.

𝓔𝓶𝓲𝓵𝓲𝓪


Cara Emilia,

queste parole mi fanno bene e allo stesso tempo male al cuore, voi vivrete.

Accetto volentieri l'invito, che ne dite di sabato?

Spero anche io che il mio blocco passi presto.

La saluto, a sabato. 𝓔𝓵𝓮𝓷𝓪


Arrivò sabato, Elena indossava un vestito nero e bordeaux.

Si trovava davanti al portone della casa di Emilia, le aprì, con sua grande sorpresa, William.

<Signorina Elena! Cosa vi porta qui?>

<William, vostra sorella mi ha invitato a prendere un tè con lei in terrazza.>

<Capisco, vi accompagno da Emilia.>

<Ve ne sarei molto grata.>

<Siete bellissima, come sempre.>

<Grazie William>

<Perché non avete risposto alle mie lettere?>

<Signore, sono qui esclusivamente per vostra sorella, non credo sia il momento di rispondere alle vostre domande.>

Entrarono in una stanza, un sorriso si formò sul volto di Emilia appena vide Elena.

<Siete arrivata! Andiamo in terrazza.>

Emilia si mise a braccetto con Elena che la reggeva perché lei non aveva molte forze, il medico non aveva trovato una spiegazione alla sua malattia e le aveva detto solo che le rimaneva poco tempo.

La terrazza aveva una vista spettacolare, proprio come aveva già accennato Emilia nella lettera.

Come per magia, dopo aver bevuto il tè, Elena trovò di nuovo l'ispirazione.

<Devo andare, ma è stato piacere stare qui con voi, presto vi invierò una nuova storia.>

<Vi accompagnerà Will con la carrozza, così arriverete prima a casa.>

<Grazie.>

Così chiamarono la carrozza ed Elena salì insieme a William.

<Come vedete mia sorella?> chiese William.

<È una signorina molto forte.>

<Avete ragione, sono fortunato ad averla come sorella.>

<E lei è fortunata ad avere un fratello come voi.>

<Posso portarvi a fare una passeggiata in campagna uno di questi giorni?>

<Sono arrivata, grazie per il vostro aiuto, tornerò presto a visitare vostra sorella, arrivederci!>

Corse su per le scale e si chiuse la porta alle spalle, il suo cuore batteva fortissimo.

Si sedette alla sua scrivania rovinata, con il legno leggermente sbeccato e cominciò a scrivere la sua nuova storia.


Cara Elena,

uscite con me, non ve ne pentirete, sono un gentiluomo.

Questo fine settimana porterò Emilia al mare, mi farebbe piacere se voi veniste con noi, che ne pensate?

Il rumore delle onde, il vento che scuote i capelli e la sabbia calda sotto i piedi.

Vi aspetterò alle nove sabato, se non verrete, io e mia sorella andremo senza di voi.

A presto Elena. 𝓦𝓲𝓵𝓵𝓲𝓪𝓶


Caro William,

Verrò volentieri, per vostra sorella.

Grazie per l'invito.

A sabato. 𝓔𝓵𝓮𝓷𝓪


Il sabato arrivò molto velocemente ed Elena con il suo bagaglio si stava dirigendo verso casa di Emilia e William.

<Buongiorno Elena!> disse Emilia appena la vide, lei rispose con un sorriso.

<Buongiorno, siete pronta per il mare? Come potete vedere voi stessa, Emilia è molto emozionata.> affermò William.

<Anche io sono molto emozionata.>

Salirono in carrozza e cominciarono il loro viaggio che durò poco più di un'ora.

Passarono la giornata al mare: nelle ore più calde sotto l'ombrellone e il resto del tempo a passeggiare sulla riva.

Elena guardava da lontano Emilia e William che giocavano.

William cercava di prendere Emilia ma lei era molto veloce.

Il sorriso di lei riempiva il cuore di Elena.

<Elena! Aiutatemi!> disse urlando per gioco Emilia.

Così Elena si alzò e si mise davanti ad Emilia.

<Due contro uno, voi state barando!>

William si buttò a peso morto sul telo: era sfinito.

Poco prima di cena si andarono a sistemare nella loro casa al mare.

Elena preparò la cena; lei, essendo povera e sola, a casa era abituata a preparare e si offrì volentieri per cucinare anche lì.

<Elena, è tutto delizioso, siete un'ottima cuoca, oltre che una fantastica scrittrice.> disse William.

<Grazie!>

Dopo cena Elena seguita da William portò Emilia a letto.

<Mi raccontate una storia?>

<Ci proverò... C'era una volta, una principessa, ma non era normale principessa, lei era speciale, era una principessa guerriera, doveva affrontare un mostro enorme che avrebbe potuto ucciderla, così si mise l'armatura, prese scudo e spada e andò alla caccia del mostro. Lo trovo vicino al mare, lo guardo fisso negli occhi e lo sconfisse buttandolo negli abissi più profondi. Fine.>

<Grazie principessa, buonanotte!>

Chiuse la porta della stanza lasciando dormire Emilia.

<Vi va di andare a fare una passeggiata al chiaro di luna?>

<Oh William! Mi avete spaventata.>

<Scusate, non era mia intenzione.>

<Non vi preoccupate.>

<Allora vi va una passeggiata?>

<Volentieri.>

Uscirono verso il mare, li colpì un vento fresco.

<Avete freddo?>

<Non troppo, grazie.>

<Grazie per la storia che avete raccontato a Emilia, mi è piaciuta. >

<Grazie, mi impegno solo per lei, merita il meglio.>

<Voi siete davvero il meglio.>

<Grazie, anche voi siete un fratello meraviglioso, ho visto come oggi facevate sorridere vostra sorella.>

<Ho molta paura che muoia presto, voglio creare solo ricordi belli e passare gli ultimi giorni o mesi con lei.>

<I vostri genitori?>

<Nostra madre è morta durante il parto e nostro padre è morto qualche anno dopo a causa della troppa infelicità, ho dovuto crescere da solo Emilia, aveva solo quattro anni e io diciotto quando è morto nostro padre.>

<L'avete cresciuta benissimo, ha dodici anni ed è bellissima.>

<Grazie, avevo paura di non essere all'altezza.>

<Invece siete stato all'altezza, ve lo posso assicurare.>

<Invece i vostri genitori?>

<Non li ho mai avuti, sono cresciuta in un orfanotrofio, fino a 19 anni, poi sono scappata ed ho cercato di vivere nel miglior modo possibile.>

<E vi ha segnato questo fatto di essere stata abbandonata?>

<Credevo di sì, mq in realtà no, sicuramente era una madre orribile, già solo il fatto che mi abbia abbandonata me lo fa pensare.>

<Capisco, grazie di avermi rivelato così tante cose su di voi.>

<Grazie a voi.>

<Siete bellissima!>

<William... Non credo nell'amore: non sono una donna che sogna il matrimonio e dei figli, mi dispiace; vorrei tanto potervi dare quello che volete, ma non posso, non riesco, buonanotte!>

Per la seconda volta si ritrovò a correre via da William.

La domenica tornarono a casa e per settimane intere Elena non ricevette neanche una lettera da William.


Cara Elena,

scusa se dopo il fine settimana non vi ho più scritto, sono stata male e William mi ha proibito di fare qualsiasi cosa.

Aspetto con ansia il vostro ultimo racconto quando sarà completo.

Spero di vedervi presto. 𝓔𝓶𝓲𝓵𝓲𝓪


Cara Emilia,

domani passerò a farvi un saluto, la storia non è ancora completa, non so come concluderla e rileggendola non mi emoziona particolarmente.

Deciderò presto se continuare o sospenderla.

A domani. 𝓔𝓵𝓮𝓷𝓪

<Buon pomeriggio! Cerco la signorina Emilia.>

<Signorina, Emilia non può ricevere nessuno.> rispose la domestica.

<Lasciatela passare, lei può vederla.> disse William.

Lasciarono passare Elena.

<Cosa è successo?>

<Emilia si è aggravata, sta morendo.>

Elena corse nella camera della bambina.

<Siete qui! Che gioia!> disse Emilia sorridendo debolmente.

<Certo che sono qui e rimarrò finché me lo chiederete.>

<Siete troppo gentile e speranzosa, non mi rimane molto tempo.>

<Non dite così, vedrete che avrete ancora molto tempo da vivere.>

<Sembrate mio fratello, mi ha detto le stesse identiche parole.>

<Perché entrambi teniamo tanto a voi.>

<Signorina Elena, posso farvi una domanda?>

<Certo cara Emilia, ditemi.>

<Voi amate mio fratello? Perché lui sicuramente vi ama alla follia.>

<Non dite così, sarà solamente un infatuazione passeggera.>

<Quindi voi non lo amate?>

<Non lo so, non so neanche cosa significa amare.>

<Sono troppo piccola per spiegarlo a voi, ma penso che l'amore sia quando vi aggrada passare del tempo con quel gentiluomo o quella gentildonna, quando alla sola vista della persona amata vi manca il respiro e tutto il vostro corpo, la vostra mente e la vostra anima appartengono a lui.>

<Sento di stare veramente bene con vostro fratello, ma ho altri obiettivi prima del matrimonio.>

<Pensateci, lui vi darebbe la possibilità di realizzare tutti i vostri sogni anche da sposata.>

<Ci penserò, ora dobbiamo pensare solo alla vostra guarigione.>

<Per me non c'è più tempo, correte da mio fratello.>

<Voglio stare con voi adesso.>

<Fatelo per me e andate da lui, vi prego.>

Così Elena corse per i corridoi alla ricerca di William.

Lo trovò in cucina, intento a preparare un tè.

<Preparate voi il tè?>

<Si, ma non ditelo a nessuno, è un segreto di famiglia.>

<Il vostro segreto è al sicuro.>

<Come mai siete qui? Avete il fiatone, per caso avete corso?>

<Può essere.>

<Avevate qualcosa di tanto importante da dirmi per correre così veloce?>

<Si.>

<Ditemi, vi prego, non mi tenete sulle spine, riguarda Emilia?>

<Non riguarda Emilia, riguarda voi.>

<Me?>

<Si, riguarda voi e me.>

<Mi dispiace se sono stato affrettato e vi ho detto cose che avrei potuto evitare, comprendo la vostra scelta di non innamorarvi e lo accetto, ma io non posso, per quanto voglia, aspettarvi per sempre; ho preso così la decisione di sposarmi con Katarina, una nobildonna che vive a qualche minuto di carrozza da qui.

Ci trasferiremo presto e Katarina conosce dei bravissimi medici che possono curare Emilia.

Spero che voi, nonostante la distanza, deciderete di mandare storie a mia sorella.

Volete dire qualcosa?>

<Solo congratulazioni, sarete molto felici ed Emilia avrà la possibilità di guarire.>

<Non dovevate dire qualcosa che riguardava voi e me?>

<Niente di importante, l'ho dimenticato, sto andando via, dite alla signorina Emilia che riceverà presto una storia. Addio William.>

<Glielo dirò, addio Elena.>

Cara Emilia,

ecco la vostra storia tanto attesa, spero vi possa fare compagnia in un momento come questo.

C'era una fanciulla, che da molto tempo riceveva delle lettere da una persona, ma questa fanciulla era dura di cuore, non voleva innamorarsi e non credeva nell'amore, ma nonostante tutto ogni volta che leggeva le sue lettere sorrideva.

Un giorno chiese a sua sorella cosa significasse la parola "amore" e lei glielo spiegò con parole semplici.

Decise così di correre dal fanciullo delle lettere, ma era troppo tardi, aveva il suo matrimonio con una nobildonna da organizzare e così la fanciulla non ebbe mai il suo lieto fine.

È triste lo so, ma spero vi possa piacere lo stesso.

Ci vedremo presto cara Emilia.

Vi abbraccio. 𝓔𝓵𝓮𝓷𝓪


Cara Elena,

la vostra storia mi ha emozionato.

Emilia ne era entusiasta e appena me l'ha fatta leggere si è ricordata della promessa fatta a voi di non farmi leggere più nulla.

Correte qui e sposatemi Elena, voglio solo voi.

Ho detto a Katarina che non potevo sposarla perché il mio corpo, la mia mente e la mia anima, vi appartengono.

Vi aspetto al tramonto sulla terrazza, se non verrete capirò che tra voi e me non può accadere nulla, ma se invece provate quello che provo io e vi troverò in terrazza, sarò disposto a sposarvi in quel preciso momento.

Sono completamente vostro.

Vi amo. 𝓦𝓲𝓵𝓵𝓲𝓪𝓶


Elena cominciò a correre verso la dimora di William.

Ogni volta che si trattava di lui bisognava sempre correre.

Appena davanti al portone cominciò a bussare più forte che poteva.

Le aprì la domestica.

<Buonasera.> disse passando velocemente davanti alla donna.

Uscita in terrazza vide un uomo affacciato, il suo viso e i capelli erano illuminati dagli ultimi raggi del sole.

<William...>

<Siete venuta!>

<Come potevo non venire? Il mio corpo, la mia mente e la mia anima, vi appartengono, sono completamente vostra.>

William si avvicinò a lei, la prese tra le braccia, la sollevò leggermente e la baciò, un bacio casto, semplice, pieno d'amore.

<Vi amo da impazzire.>

Elena sorrise.

<Andiamo a dirlo a Emilia, sarà felicissima!>

Corsero in camera sua, mano nella mano, entrarono, Emilia li guardò e sorrise.

<Io lo sapevo.>

Morì, come se stesse aspettando solo quel momento per andarsene, le serviva vedere loro due insieme per morire in pace.

Due giorni dopo si celebrarono i funerali di Emilia, fu un duro colpo per tutto il paese, Emilia era una bambina che girava per le strade a mettere gioia alle altre persone, nessuno avrebbe mai dimenticato il suo sorriso.

Qualche settimana dopo, in una chiesetta, con pochi invitati, Elena e William si dichiaravano amore eterno.

La fanciulla e il fanciullo così ebbero il loro lieto fine.




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