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Marianne

  • Immagine del redattore: ladonnainnero
    ladonnainnero
  • 6 set 2021
  • Tempo di lettura: 7 min

Aggiornamento: 22 set 2021

Il tango. Si, immaginate una lezione di tango a coppie, corpi uno attaccato all'altro, movimenti sensuali, i piedi che strusciano per terra e il suono dei tacchi sul parquet. «Colpa mia, volevo solo che mio marito imparasse a ballare». Era la sera del 14 febbraio. Marianne stava tornando a casa da suo marito, pronta per festeggiare il loro amore. Entrata in casa trovò una strada, formata da candele e petali di rosa, che portava fino al bagno, da dove usciva del vapore caldo. Marianne subito pensò che suo marito le avesse preparato un bel bagno caldo da fare insieme, ma non fu esattamente così. Infatti aveva preparato un romantico bagno caldo, ma per un'altra donna. Appena entrò, Marianne vide la donna e quello che lei amava, accoccolati nudi nella vasca. Ma lei non era una donna qualunque, era la maestra di tango. «Marianne che ci fai qui?» chiese l'uomo spostando immediatamente la donna vicino a lui. «Volevo farti una sorpresa, quando sono entrata credevo me l'avessi fatta tu e in effetti una vera sorpresa è stata». «Mary, posso spiegarti!» disse lui. «Non chiamarmi Mary, per me sei morto, goditi questa puttanella!» «Porta rispetto, questa puttanella intanto ti ha rubato il marito e tu passerai la sera di San Valentino a mangiare gelato piangendo.» disse la ragazza sorridendo. Piccolo particolare: Marianne lavorava in polizia. Tirò fuori la pistola e la puntò contro i due amanti. «Marianne che vuoi fare? Sei impazzita?» affermò l'uomo nel panico. «Sto pensando di uccidervi.» «Non dirai sul serio Marianne, io e te ci amiamo.» «Vedo come ci amiamo, infatti mi stai tradendo il giorno degli innamorati.» «E' stato un errore, un momento di debolezza, falla andare via e discutiamo tra di noi.» «Hai ragione. Tu, vestiti e vattene, immediatamente.» disse alla donna nella vasca. Si alzò veloce come la luce e si vestì.

Stava per andarsene, ma un colpo partì dalla pistola di Marianne, colpendo la donna su quella minuscola testa vuota che si ritrovava. Il corpo morto cadde a terra e intorno si creò una pozza di sangue. «Marianne! Che cos'hai fatto?» chiese il marito. «Che cosa ho fatto io? Volevo che tu imparassi a ballare, non che ti facessi una storiella con la maestrina, è proprio vero, voi uomini ragionate solo con una cosa, chissà come vivreste senza quello.» Marianne si avvicinò con passo felpato alla vasca, si chinò vicino al marito, poi puntò la pistola sulle sue parti intime e sparò. Un urlo di terrore e dolore uscì dalla bocca del marito, l'acqua della vasca divenne rossa a causa del sangue. «Ma tu sei pazzaaaaaa! Bastarda! Che cos'hai in quel cervello marcio?» «Io non so cosa c'è dentro la mia testa, ma scoprirò presto cosa c'è nella tua.» detto questo sparò in mezzo agli occhi dell'uomo. Colpì una candela che cadde vicino alla tenda, tutto prese fuoco. «Ops!» disse, poi uscì. Della casa non rimase nulla e i corpi divennero cenere, non lasciando traccia dell'omicidio. Passarono 4 anni da quel fatidico San Valentino e Marianne ancora non riusciva a fidarsi degli uomini. «Ancora non si conosce il presunto assassino che sta uccidendo senza pietà, oggi è stato ritrovato il corpo di Marco Bellori, lesioni gravi al corpo e un colpo di pistola tra gli occhi.» narrava la voce della giornalista in tv. «Dobbiamo trovare questo maniaco e metterlo in prigione, la gente non si fida più di noi, dovremo essere la giustizia e non riusciamo a trovare questo schizzato!» disse il comandante della polizia. «Ha ragione signore, faremo il possibile.» rispose Marianne. In quel momento le squillò il telefono: «Mi scusi, ma devo vedere chi mi cerca.» Accese il telefono e vide il messaggio che le era appena arrivato: Guarda che stronzo! Poi le arrivò anche un video: il marito di questa donna, che si era registrato mentre faceva sesso con un'altra donna, un classico! Marianne era disgustata, arrabbiata, triste, delusa, non voleva che le donne vivessero quello che aveva vissuto lei. Marianne era molto bella, aveva 42 anni, era alta, ma non esageratamente, aveva dei lunghi e lisci capelli neri, occhi marrone nocciola, con qualche sfumatura di verde e le sue labbra erano fine, ma con il rossetto riusciva a risaltare anche queste. Calò la sera e Marianne si preparò per uscire: indossò il suo tubino rosso carminio e il suo decolleté nero lucido. Arrivata al bar si sedette sullo sgabello vicino al bancone e ordino un Bloody Mary. «Le posso offrire un altro giro?» chiese un uomo alle sue spalle. «Non rifiuto mai quando si tratta di cocktail gratis.» Aveva un volto familiare, ma questo Marianne già lo sapeva, ma chi era? Ah, sì sì! «Che cosa fa nella vita?» domandò lui. «Lavoro in polizia, tu?» »Io sono un avvocato.» «Interessante, ora sia diretto, è venuto qui, mi ha offerto un drink solo per portarmi a letto.» «Oh wow, sei diretta, non mi permetterei mai, ma se sei d'accordo, ho una suite in centro.» «Sono tutti così scontati, la suite in centro! Pff, gioco da ragazzi!» pensò la donna. «Perché no?» L'uomo guidò Marianne fino alla macchina parcheggiata fuori dal pub. «Grazie signore, ora preferirei andare!» cercò di liberarsi dalla situazione. Sembrava lei quella debole, ma non voleva passare per la vittima, non era nel suo stile. «Dammi la possibilità di offrirti la cena, almeno!» «Porco schifoso, ti caverei gli occhi con cui ora mi stai praticamente violentando e te li farei mangiare, poi passerei alla lingua, te la taglierei, le mani, oh con le mani mi divertirei moltissimo, partirei dalle unghie, poi le dita e poi piano piano, pezzo per pezzo, tutto il braccio.» «Rifiuto l'invito, grazie lo stesso!» «Dai Mary, non crederai davvero alla storia “niente relazioni sul posto di lavoro”?» «Ci credo e comunque non avrei intenzione di creare nessun tipo di relazione con te.» rispose lei secca. «E' per il tuo ex? Che è scappato chissà dove con un'altra?» «Come fai a saperlo?» «So tutto cara Mary e potrei licenziarti, hai ripensato alla mia offerta?» «Dove mi porti a cena?» «Ti passo a prendere io alle 20.» «Ciao!» Indossò il suo bel tubino rosso carminio. «Hai saputo dell'uomo ucciso?» chiese Marianne mentre erano in viaggio. «Si, povero, chissà cosa ha fatto per meritarsi una morte così.» «Glielo dico io, la stessa cosa che fa lei: sposarsi e decidere di tradire la propria moglie con delle puttanelle da 4 soldi, facendo soffrire quelle povere donne che avrebbero fatto di tutto per voi, solitamente vengono scoperte le chat, foto, audio, ma è stato stupendo come tua moglie ha scoperto te, un video hot, sul serio?» «Come fai a saperlo?» domandò lui preoccupato. «Lavoro in polizia e ho un secondo lavoro, anche se non retribuito, lo faccio come hobby.» «La stalker?» «Mi chiamano in tanti modi, solitamente al maschile, ancora non hanno capito che sono una donna, sono troppo chiusi mentalmente. Mi piace ritenermi un'eroina.» Il rosso era il colore della passione, del sangue, le ricordava il tango, infatti quello era il suo vestito preferito, lo indossava sempre per le serate importanti. Alle 20 scese e sul portone trovò fuori dalla macchina il sergente Naschi. «Sei bellissima Marianne!» disse. «Complimenti inutili, ti farò fuori nel giro di un'ora bastardo!» Salirono in macchina, lui cercò di prendere la mano di lei, ma la spostò in modo che non ci potesse arrivare. «Voglio scendere dalla macchina!» disse la donna. «Ma sei appena salita!» «Fammi scendere!» «No!» Marianne tirò fuori la pistola e gliela puntò alla tempia: «Ho detto fammi scendere, ora!» «Stai minacciando un pubblico ufficiale, potrei metterti in prigione per questo.» «Nessuno lo verrà a sapere, rimarrò solo io a raccontare la versione della storia.» Sparò, ma nessun colpo partì: la pistola era scarica. Il peggior incubo di Marianne si stava avverando. «Tu hai portato la pistola, ma io ho portato le manette, sei in arresto!» La portò in centrale, la sottopose ad un interrogatorio. «Sei tu vero?» «Io so chi sono, tu sai chi sei tu?» «Marianne, finiscila con questi giochetti mentali, sei una donna intelligente, come hai potuto?» «Come ho potuto? Voi uomini siete il cancro del mondo, noi donne saremo molto più felici senza di voi, invece no, voi sete stati creati per illuderci e poi farci soffrire, ho fatto solo la cosa giusta.» «Allora lo ammetti?» «Allora ammetto cosa?» «Di essere la versione di Jack lo squartatore, ma donna.» «Wow, a questo non ci avevo mai pensato: Marianne la squartatrice, ma non ho mai squartato nessuno, ho solo tagliato qualche parte del corpo, niente di che!» «Niente di che? Marianne hai ucciso dieci uomini in un mese, devo metterti in prigione!» «Faccia il suo dovere, ma le persone come me non sono fatte per stare in gabbia, né uscirò prima di quanto tu immagini e a quel punto, verrò a cercarti! Quando saprai che non sarò più dietro le sbarre, comincerai a sentire il mio fiato sul collo, ti rigirerai mille volte nel letto per paura che io possa entrare dalla finestra, arriverai persino a nascondere i coltelli, potrai prendere qualsiasi precauzione, ma non servirà, ti troverò e ti caverò gli occhi, perché anche tu mi hai guardato come tutti gli uomini che sono capitati di fronte alla mia pistola.» La portarono via, ma lei era serena, in lei non c'era nemmeno una piccola percentuale di preoccupazione, l'ansia aveva paura di lei, nulla la toccava. Passò in carcere mesi, anni, ma una mente grande come la sua, ci mette parecchio ad elaborare un piano che possa funzionare. Ma quel giorno arrivò, il giorno della fuga, basta sbarre, basta tuta gialla, basta pasti pessimi tipici da prigione, era arrivato il momento di ritrovare la libertà. Fuori dal carcere comprò dei nuovi vestiti, non poteva andare in giro vestita come un evidenziatore, avrebbe dato troppo nell'occhio. Poi aspettò la sera. «Toc toc, si può? Sono arrivata! Ti avevo avvertito!» L'agente dormiva come un bambino nel suo letto. «Sveglia! Devo vedere la vita lasciare i tuoi occhi!» L'uomo si svegliò, non fece in tempo a mettere a fuoco la figura di fronte a lui, che un proiettile gli bucò il cranio, dritto in mezzo agli occhi. Non troveranno mai più Marianne.



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